Sito ufficiale del Comune www.collepardo.it: Home > Personaggi |
![]() |
(Frosinone) - Italia Personaggi:Scipione (Gino Bonichi)rielaborazione di un articolo di Maurizio Grandepubblicato sulla rivista "Lazio ieri e oggi", novembre 2004 © Vietata la riproduzione in qualsiasi forma
|
![]() Scipione
|
Gino BONICHI, nato a Macerata il 25 febbraio 1904, a quindici anni si trasferisce con la famiglia a Roma. Qui, a seguito di una polmonite, contrae la tubercolosi che condizionerà poi tutta la sua vita.
Disegna dapprima per divertimento, ma, conosciuto il pittore Mario Mafai, che diviene ben presto suo caro amico, si iscrive all'Accademia di Belle Arti, iniziando una ricerca sperimentale profonda e innovativa.
Nell'estate dello stesso anno (dalla fine di luglio alla fine di settembre 1929) trascorre un periodo di soggiorno a Collepardo (FR), dove ritempra la salute ma lavora anche accanitamente. Anche Mario Mafai aveva passato quell'estate in Ciociaria (a Trevi nel Lazio) e Scipione, in un'altra lettera a Mazzacurati, racconta di una visita che Mafai gli aveva fatto proprio a Collepardo: "Carissimo Renato, ho passato quasi due mesi in Ciociaria vivendo in modo meraviglioso - e riportando con me molta salute e molta forza. (...) Anche Mario è stato fuori - e ora lavora come un matto. Ci siamo ritrovati a Collepardo ove abbiamo passato 3 giorni insieme in maniera molto simpatica. Peccato che mancavi - ti abbiamo ricordato giocando a boccie e sgocciolando delle buone bottiglie o giocando a briscola."
Lo stesso Mafai, nella sua autobiografia, ricorda che, mentre si trovava a Trevi, "Un giorno ricevetti una lettera di Scipione. Mi diceva: Dopo la morte di Scipione, Mario Mafai scrive un articolo commemorativo sull'amico scomparso, ricordando ancora una volta quell'estate collepardese: "Nell'estate del '29 andò a Collepardo, un paese della Ciociaria. La sua salute aveva ripreso miracolosamente. (...) Questo è stato il momento più bello per Scipione. Accadde però che a Collepardo conobbe un frate spagnolo, che gli predisse la sua fine e gli assicurò che non avrebbe superato il trentesimo anno; e di tanto in tanto gli inviava lettere rammentandogli insistentemente la sua profezia." Per un breve periodo, quindi, Scipione fu ospite dei frati certosini di Trisulti, che gli offrirono un'abitazione che essi possedevano in paese (ora ex sede della Pro-Loco, in Via per Alatri). Un articolo della rivista "L'Italia Letteraria" descrive così un dipinto a olio del 1929, raffigurante la Certosa di Trisulti: "Il quadro, che il pittore donò ai Fratelli del Convento, quando, sullo scorcio della sua breve esistenza, fu loro ospite per un breve periodo, rappresenta l'amena vallata nella quale è sito il convento stesso. Il paesaggio arioso, con le piccole costruzioni sospese tra le falde montane e la rudimentale vegetazione locale, ne fa un tipico esemplare della più autentica e sincera produzione scipionesca." L'articolo aggiunge anche che quel quadro successivamente "è stato venduto dai Frati di Trisulti ad un avvocato romano, per poche migliaia di lire." Sempre da Collepardo, durante quell’estate, Scipione invia un disegno a «L’Italia Letteraria». Il 14 luglio, infatti, sulla prima pagina della rivista compare il bozzetto de “La flagellazione di Cristo”. L’artista inizia così una intensa collaborazione con il settimanale romano che porterà alla pubblicazione di circa una trentina di suoi disegni fino al marzo del 1932. È unanimemente riconosciuto dalla critica che il periodo collepardese dona a Scipione vigore e maturità artistica: e infatti nell'autunno del 1929 la sua ispirazione raggiunge finalmente una forma definita di straordinaria personalità.
Alla Biennale di Venezia del 1930 Scipione espone la sua opera forse più famosa, "Il cardinal decano", che suscita diverse polemiche ma che gli fa anche riscuotere molti successi.
Nel 1931 fonda, insieme a Mazzacurati, la rivista "Fronte", ma in quello stesso anno la sua malattia comincia ad aggravarsi: inizia il lungo calvario delle cure, finché viene ricoverato nel sanatorio di Arco di Trento, dove il 9 novembre 1933 muore, ad appena 29 anni. Oggi diverse opere di Scipione sono esposte nel Museo Palazzo Ricci di Macerata, sua città natale. Alcune opere realizzate da Scipione a Collepardo nel 1929 e 1930: |
![]() |
Angolo di Collepardo (o Paesaggio a Collepardo) Olio su tavola 44 x 44 cm. Collezione Giuseppe Iannaccone, Milano Esposto a Venezia nel 1949, a Torino nel 1967, a Brescia nel 2000 e a Roma nel 2024 |
![]() |
Collepardo Olio su tela 33 x 40 cm. Collezione privata, Roma Esposto alla GNAM di Roma nel 1954 e a Macerata nel 1985 |
![]() |
L'Abbazia di Trisulti Olio su tavola 40 x 55 cm. Ubicazione ignota Esposto a Cortina nel 1971 |
![]() |
L'Abbazia di Trisulti Olio su tavola 46 x 55 cm. Collezione privata Esposto alla GNAM di Roma nel 1954 |
![]() |
Ciociara (raffigura la collepardese Genoveffa De Carolis cg.ta Cristini) Inchiostro acquarellato su carta 34 x 28 cm. Collezione privata Esposto alla GNAM di Roma nel 1954, nella Villa Torlonia di Roma nel 2007 e nella Casa d'aste Arcadia di Roma nel 2024 |
![]() |
Collepardo il paese delle balie Disegno Collezione privata |
![]() |
Monaco certosino (in piedi) Disegno Collezione privata |
![]() |
Monaco certosino (seduto) Disegno Collezione privata |
![]() |
La disputa (o I dioscuri) Disegno Pubblicato sulla rivista "Il Fronte" nel 1931 |
![]() |
Alberi a Collepardo China su carta 32,5 x 22,5 cm. Collezione privata Esposto nella Casa d'aste Arcadia di Roma nel 2024 |
----- Bibliografia:
Ritorno alla pagina principale di Collepardo |