Parrocchia
Ss. SALVATORE
Collepardo (Frosinone)

Processione del Ss. Salvatore
(Processione del 6 agosto 1987: in primo piano
mons. Filippo Frasca e padre Serafino Grande)

 

La Festa Patronale

Il Patrono di Collepardo non è, come nella quasi totalità dei paesi, un santo o una santa, ma lo stesso Gesù Salvatore.
La festa patronale, che anticamente ricorreva il 9 novembre, dal 1814 si celebra il giorno 6 agosto, solennità della Trasfigurazione del Signore.
I festeggiamenti iniziano nove giorni prima (novèna). La sera del 5 si tiene la tradizionale processione penitenziale detta "del voto" e poi, il mattino seguente, il solenne pontificale e la processione di mezzogiorno con la partecipazione del Vescovo della Diocesi di Anagni-Alatri, di cui Collepardo fa parte.
 

La Chiesa

Interno della Chiesa

La chiesa parrocchiale di Collepardo, dedicata al Ss. Salvatore, risulta costruita intorno alla metà del XV secolo grazie all'interessamento di Papa Martino V della famiglia dei Colonna, ma il suo nome appare già in un documento del 1252 e, ancora prima, al tempo di S. Domenico abate (X-XI sec.).
Alcuni materiali usati per la sua edificazione vennero prelevati dalla Basilica di S. Giovanni in Laterano di Roma (in origine anch'essa dedicata al Ss. Salvatore), che era stata gravemente danneggiata da due incendi: originali della Basilica romana sono, ad esempio, il portale principale con la scritta dedicatoria ed un'acquasantiera che si trova alla sinistra dell'entrata principale.

Visita guidata
L'interno è diviso in tre ampie navate dalle volte a botte, che terminano in un presbiterio dalle volte a crociera. Tutte le colonne portanti e le relative arcate sono realizzate con blocchi di pietra scalpellata, che intorno al '600, a causa di una grave pestilenza, furono ricoperte da uno strato di intonaco. Analogo trattamento subirono, purtroppo, anche gli affreschi della chiesa.
Oltre all'altare principale centrale, nelle navate laterali vi erano altri nove altari (oggi ne sono rimasti quattro) adornati, probabilmente dal XVI secolo, di quadri ad olio di autori anonimi, raffiguranti i santi titolari del diritto di Cappellanìa.

Il Battistero
A destra dell'entrata principale si trova una cappella, oggi adibita a Battistero. Essa presenta sulle pareti e sul soffitto affreschi databili al '500 e '600, solo parzialmente visibili e purtroppo molto rovinati: sulle pareti si possono vedere chiaramente S. Carlo Borromeo (amico dei Colonna), S. Caterina da Siena e S. Filomena. Sul soffitto due o più affreschi sovrapposti raffigurano l'Incoronazione della Vergine.

La navata destra
Il primo spazio nella navata di destra era occupato da un pregevole altare in legno colorato, del '500, di cui ci rimangono solo due colonne e un fregio, con il quadro di S. Sebastiano martire (foto sotto: l'opera è catalogata nell'Iconografia di San Sebastiano nell'arte figurativa italiana, alla Scheda n. 7078).

S. Sebastiano
(S. Sebastiano martire - XVI sec.)

Sull'altare seguente, del 1737, si trova una tela dedicata alla Madonna del Giglio, forse di scuola senese, raffigurante anche S. Antonio da Padova e S. Antonio abate.
Subito dopo una cappella dedicata a S. Michele Arcangelo fu chiusa agli inizi del '900.
Procedendo oltre si può ammirare un altare tardo barocco, con un coveo tabernacolo in legno dorato, a pianta centrale con cupola secondo lo stile del Bramante, molto simile - quasi una copia in piccolo - a quello della Cappella del Ss. Sacramento della Basilica romana di S.Pietro. Esso presenta alla sommità una piccola statua del Risorto e, in due nicchie laterali, quelle di S. Pietro e di S. Paolo. Sulla porticina del ciborio un "Cristo che abbraccia la Croce".
La tela retrostante, realizzata per celebrare la vittoria nella battaglia di Lepanto (1571), raffigura la Madonna del Rosario con il Papa Pio V, che aveva organizzato la flotta per combattere i Turchi, e dietro di lui, con la corona in testa, Marc'Antonio Colonna comandante delle truppe pontificie. A destra S. Domenico che prende la corona del Rosario offertagli dalla Vergine. Coronano il quadro quindici formelle di pietra, con dipinti i misteri del Rosario.
Sulla mensa si può osservare una piccola raccolta di antiche reliquie, ben conservate e protette da un vetro. In mezzo ad esse quella che potrebbe essere la più importante: due minuscoli frammenti della Santa Croce, quasi certamente donati dalla famiglia Colonna.

Il Presbiterio
Nell'abside, sopra il coro ligneo seicentesco a 12 posti, si trovano tre quadri, sempre del Seicento: quello centrale raffigura il Salvatore, titolare della chiesa. Ai lati due vetrate policrome e gli altri due quadri che rappresentano rispettivamente gli apostoli S. Pietro e S. Paolo.
Le decorazioni sulla volta del presbiterio e dell'abside, realizzate - alla maniera di Michelangelo - mediante un'impalcatura che gli permetteva di stare sdraiato sotto la volta della chiesa, sono opera di Ferdinando Cefalei (1850-1939), padre dell'arciprete don Alipio, che era un impiegato postale ma che - diplomato alla Scuola di Belle Arti di Roma - amava dilettarsi con lavori artistici (sua è anche l'Icona di Sant'Ambrogio, in Via Roma).
L'altare, per consentire al celebrante di rivolgersi verso i fedeli, secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II, è stato rifatto nel 1971 grazie ad una donazione dai coniugi collepardesi emigrati in U.S.A. Rosa e Adriano Bussiglieri, come indicato nell'iscrizione alla base dell'altare stesso.
Il presbiterio è chiuso da due balaustre in pietra.

La Sacrestia
Nella Sacrestia si trova un bancone in noce del '600, sovrastato da un quadro del 1735 raffigurante la deposizione di Gesù. Un altro quadro rappresenta la Natività (foto sotto): esso è forse il più antico di tutta la chiesa (primi del '500?) e dovrebbe provenire, secondo alcune ipotesi, da una delle prime chiese del paese, ora non più esistente.

Natività
(Natività - primi del '500?)

Ancora un altro quadro della sacrestia, dell'inizio '900, rappresenta S. Rocco che implora Dio di far cessare la peste.

La navata sinistra
Nella navata sinistra c'è un altare del 1857, con una tela raffigurante la Madonna del Carmelo. Ai piedi di detto altare è visibile una pietra tombale posta nel 1772 da don Serafino Tolomei, protonotario apostolico di origine collepardese, contornata da una pietra "meteorologica" che curiosamente trasuda acqua qualche giorno prima di ogni temporale.
Accanto, una cappella custodisce una statua della Madonna proveniente da Lourdes, donata al cardinale Augusto Theodoli (già proprietario del Palazzo Monsignore), che era andato a consacrare la Basilica inferiore di quel Santuario.

Continuando si incontra un altare con tela raffigurante "Maria Regina Mundi", con S. Silvestro Papa (con la tiara), S. Lorenzo martire (con la dalmatica rossa) e S. Nicola vescovo (con le tre sfere d'oro). Sono questi i santi titolari di tre conventi un tempo fiorenti nel territorio collepardese, dei quali solo i resti dell'ultimo sono ancora oggi visibili presso la frazione Civita.

L'ultimo quadro rappresenta S. Giovanni Evangelista con l'aquila, insieme con S. Francesco, riconoscibile dal teschio e dalla barba, e S. Antonio da Padova, con il giglio ed il volto giovanile e imberbe.

E ... ancora
La chiesa custodisce anche un banco in noce intarsiato del XVI sec. e soprattutto l'artistico busto in argento del Ss. Salvatore, splendida opera di Mattia Venturesi (Forlì 1710 - Roma 1776) realizzata nel 1768 secondo i dettami del Bernini e donata dalla locale famiglia De Dominicis. Una curiosità: quando viene esposto sull'altare, il volto del Cristo risulta rivolto verso un punto preciso del paese e precisamente la casa dei donanti.
Un organo della ditta "Vincenzo Spadari" di Affile del 1836, con alcune canne in piombo ed altre di legno e il mantice ancora integro, viene tuttora usato in concerti di musica classica e funzioni religiose.
Infine, concludiamo segnalando ai visitatori un bellissimo profilo del Volto di Gesù Cristo, in candido marmo, di scuola berniniana, che si ammira all'esterno, sulla facciata principale della chiesa.

 

----------
Notizie tratte dall'opuscolo di Maurizio Grande:
"La Chiesa del Ss. Salvatore in Collepardo" (ediz. 2000)
e successivi aggiornamenti.
© Riproduzione riservata

    
SEDE:
Piazza L. Liberatori
03010 Collepardo (FR)

 

PARROCO:

don Bruno VEGLIANTI
Tel. 339.2351412

 

PATRONO:
Ss. Salvatore
(6 agosto)

COMPATRONI:
- S. Rocco
(prima domenica di settembre)

- S. Domenico abate

 

ALTRE CHIESE:

  • Madonna della Consolazione
  • S. Rocco
  • Ss.ma Trinità
  • S. Bartolomeo in Trisulti
  • Santuario Madonna delle Cese
  • S. Nicola nella fraz. Civita

     

    ANTICHE CONFRATERNITE:

  • della Madonna della Consolazione
  • del Rosario
  • di S. Rocco e della Buona Morte
  • del Ss. Sacramento

     

    SERIE DEI PARROCI:

  • don Giovanni DE SANCTIS

  • don Ippolito FANTACCI (...-1707)

  • don Giuseppe DE SANCTIS
    (1707-1712)

  • don Silvestro DE FILIPPIS
    (1713-1746)

  • don Domenico DE DOMINICIS
    (1746-1773)

  • don Angelo LIBERATORI
    (1773-1785)

  • don Giovanni BUCCITTI
    (1785-1795)

  • don Giulio PELLONI
    (1795-1809)

  • don Giuseppe DE ANGELIS
    (1809-1837)

  • don Salvatore GRAZIANI
    (1838-1840)

  • don Luigi TOLOMEI
    (1840-1879)

  • don Celestino GRAZIANI
    (1879-1920)

  • don Alipio CEFALEI
    (1920-1948)

    nato a Collepardo il 4.5.1877 - deceduto il 2.1.1955

     

  • mons. Filippo FRASCA
    (1948-2007)

    nato a Collepardo il 5.2.1921 - deceduto il 5.12.2009

     

  • don Virginio CIAVARDINI
    (2007-2012)

     

  • don Claudio PIETROBONO
    (2012-2016)

    Nato ad Alatri nel 1961, Cancelliere Vescovile, Direttore dell'Archivio Storico della Diocesi di Anagni-Alatri ed autore di diversi testi storici.

     

  • don Alessandro TANNOUS
    (2016-2020)

     

  • don Bruno VEGLIANTI (2020-)

  • © pagina a cura di Maurizio Grande (since 2000)